Ognuno di noi quando è alle prese con un problema o un imprevisto cerca di correre ai ripari per risolvere quanto successo: soprattutto da un punto di vista pratico, abbiamo sempre a portata di mano un kit per riparare qualcosa o intervenire per evitare il peggio.
Pensiamo a quanto può succederci in macchina, a casa o ad esempio tagliandoci per sbaglio con un coltello. Tutte cose alle quali si può porre rimedio e che possono tornare come prima con un pronto intervento.
Non c’è toppa materiale che possiamo metterci, non è tutto così semplice né si può prevedere un tempo o un modo univoco per tornare come prima o interrompere gli effetti negativi.
Ci troviamo davanti ad una situazione in cui sembra necessario ricorrere a quello che potremmo definire il primo soccorso emotivo: è opportuno prenderci cura delle lesioni emotive quando si verificano, in modo che non diventino più dannose a lungo termine. Uno stato di alterazione e difficoltà può manifestarsi in vari modi: può essere latente o darci subito dei segnali, può magari apparire gestibile o svanire ma non vanno sottovalutate le forme nelle quali può palesarsi in futuro.
Essere consapevoli indica che siamo ben consci, appunto consapevoli, nell’identificare quando siamo rimasti feriti o abbiamo subìto un trauma in seguito ad un evento scatenante. Ognuno di noi conosce sé stesso e quando notiamo che qualcosa ha destabilizzato la nostra integrità dobbiamo fermarci e fare delle valutazioni senza affidarci all’inerzia della difficoltà con il rischio di finire nel baratro della solitudine o della depressione. Controllare il proprio umore e rendersi conto di un cambiamento è importante per iniziare a valutare cosa sta accadendo. Esercizi di Mindfulness possono essere utili in questo caso.
Quando un fallimento o una difficoltà porta a concentrarci sugli aspetti negativi, è necessario riformulare la situazione e pensare a ciò si può controllare, cosa si può fare di diverso o valutare un’alternativa nel caso in cui l’anomalia dovesse verificarsi. In questo modo è più semplice e utile pensare ad una pianificazione di interventi per vedere risultati migliori in futuro. In questo caso occorre riprendere il controllo di sé stessi e mettere in atto la capacità di adattarsi o convivere, seppur momentaneamente, invece di concentrarsi su ciò che hai fatto di sbagliato. Non serve piangersi addosso o rimanere inermi, senza reagire: la passività e non voler reagire possono solo provocare situazioni che ci allontanano dalla soluzione.
Rivivere esperienze sconvolgenti o negative nella nostra testa può portare a un peggioramento della salute emotiva. In questo caso dobbiamo interrompere il ciclo negativo trovando qualcosa con cui distrarci. Di solito occorre scaricare tensione e pensieri negativi con attività ludiche, ricreative o che ci impegnano la mente in un altro modo: oltre ad essere un valido stratagemma per allontanare il problema, indirizzare la propria “testa” verso qualcosa è un ottimo esercizio di concentrazione, di educazione mentale a mantenere un flusso costante di attenzione.
Valutare l’integrità della nostra autostima è uno step che dobbiamo ripetere per analizzare se siamo vittima di un colpo o ci stiamo deprimendo per qualcosa. Possiamo provare a vederci con occhi diversi o magari pensare a cosa potrebbe dirci e consigliarci una persona cara. Utile inoltre un lavoro in cui proviamo a guardarci dall’esterno: vorremmo davvero vederci in difficoltà e incapaci di reagire?
La perdita come evento traumatico può essere una ferita particolarmente difficile da superare. Se riusciamo a trovare un significato, un nuovo scopo o un modo in cui la nostra esperienza ci ha fatto crescere o ha dato un vantaggio ad altre persone, può diventare un nuovo motore che renderà più facile andare avanti.
Essere in grado di accettare i torti subìti e quelli che hanno nuociuto ad altri è la chiave per una buona salute emotiva. Se la sensazione che ci accompagna è quella del continuo senso di colpa per qualcosa, proviamo ad accettare e assumiamoci le nostre responsabilità: è utile quindi scusarsi, meglio se a tu per tu o con un dialogo. Ciò rafforza anche il lavoro che stiamo facendo su noi stessi per “combattere con questo disagio e può farci percepire in modo nuovo, positivo, autentico dall’altra parte: è un’occasione anche per rinascere e crescere. Occorre concentrarsi sull'impatto della nostra azione, non sul motivo per il quale abbiamo agito in quel modo.
Se invece abbiamo subìto in prima persona di conseguenze per azioni altrui, passiamo ad un livello di accettazione attiva e non remissiva: è consigliabile lasciare andare, provare a dimenticare e mettersi in moto per trovare un nuovo modo di riequilibrarsi. Possiamo anche esprimere il nostro dolore, la difficoltà che portiamo dentro: è tutto parte del nostro cammino.
Le difficoltà creano un gradino in più di esperienza nella nostra vita e siamo chiamati ad imparare ogni volta. L’imperativo che non bisogna dimenticare è che la nostra salute emotiva è importante quanto quella fisica e dobbiamo attivarci per essere integri e in pieno controllo di quanto viviamo.
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