Come psicologo mi occupo da anni di Mindfulness, sono infatti istruttore certificato. Qui ti spiego cos'è e quando nasce questa tecnica di meditazione. Per ulteriori informazioni contattami, sono a Roma in Via Tigré (metro Libia).
Mindfulness è la traduzione occidentale (in inglese) di una parola e di un concetto che in lingua pali (di origine indiana come il Buddha) corrisponde a SATI e vuol dire, sintetizzando, presenza mentale, consapevolezza o ancora pratica dell'attenzione consapevole. Satipaṭṭhāna sutta, il celebre discorso del Buddha sui quattro fondamenti della presenza mentale o consapevolezza, è alla base di questa pratica meditativa, che sta rivelando potenzialità applicative sorprendentemente vaste ai problemi della vita contemporanea.
Più specificatamente, la mindfulness, o pratica dell'attenzione consapevole, è un termine che è cominciato a circolare negli anni sessanta quando i viaggi di esplorazione della cultura orientale avevano preso pieno ritmo anche in quello occidentale ed è forse a Tich Nath Han, monaco buddhista vietnamita, che va dato il merito di averlo usato e divulgato maggiormente. In anni successivi, pratiche basate sulla mindfulness hanno comiciato ad essere sviluppate in ambito clinico e terapeutico negli Stati Uniti ed è per merito di Jon Kabat-Zinn, ad esempio, che si sono diffusi i protocolli di utilizzo per la riduzione dello stress come l'MBSR (Mindfulness Based Stress Reduction).
Tuttavia, molto spesso semplificando, la mindfulness è stata associata alle pratiche di meditazione Vipassana, diffuse in oriente e in paricolar modo nelle tradizioni buddhiste Zen e Theravada. In realtà, la meditazione Vipassana, di cui esistono moltissime esperienze intensive anche in occidente, è una pratica più complessa e profonda che non si riduce all'addestramento dell'attenzione consapevole. Vipassana infatti è una parola che può essere tradotta, seppur superficialmente, con "visione profonda" o insight meditation (in inglese), ed è una pratica che presuppone diversi passaggi tra cui quello caratteristico della mindfulness che è SAMATHA, ovvero l'osservazione del respiro, del momento presente e la calma concentrazione.
Ma se Samatha può essere raggiunta attraverso quella che nel Canone Pali (la prima raccolta degli insegnamenti verbali del Gothama Buddha) è descritta nell'Anapana Sati Sutta (ovvero l'insegnamento su come si pratica sul respiro), Vipassana, lo stato più profondo di visione e contatto con l'imparmenenza della realtà per la liberazione dalla sofferenza, può avvenire successivamente attraverso la contemplazione prolungata degli oggetti mentali.
E questo richiede uno sforzo, una disciplina e una costanza di attenzione prolungate nel tempo e nella pratica. Se partiamo dal presupposto buddhista, la prima Nobile Verità, che la vita sia fondamentalmente dukkha, cioè insoddisfazione pervasiva (come viene tradotta ad esempio da Marl Epstein) o, come viene tradotta comunemente, sofferenza, la meditazione serve a riportarci e ricordarci il momento presente e a disidentificarci da tutti condizionamenti e gli attaccamenti che quotidianamente e culturalmente ci portano a soffrire per quello che non abbiamo o abbiamo perso o bramare quello che non potremo mai ottenere.
La visione profonda sta nell'accorgersi di questa sofferenza indotta dall'attaccamento alla materialità della vita, nell'accettazione dell'impermanenza di ogni cosa, che nasce e muore continuamente così come ogni cellula del nostro corpo, e nel ritrovare una pace interiore in interconnessione con il mondo e le persone che lo abitano. Qui e ora.
In questa prospettiva, l'interconnessione e l'interdipendenza di tutte le cose che appartengono al mondo, uno stato di consapevolezza che parte dal respiro e dal corpo individuale e si estende a tutti i fenomeni circostanti, è la base per lo sviluppo di saggezza (prajna, fatta di retta visione e retta intenzione) ed etica (shila, costituita da retta parola, retta azione e retto mestiere).
Saggezza, etica e meditazione (parti essenziali di quell'Ottuplice Sentiero che il Buddha indica come il percorso per il risveglio interiore) necessitano dello sviluppo di una comunità (sangha) consapevole dell'interdipendenza di ciascun elemento della realtà (samsara), ed è per questo che le pratiche meditative hanno più valore se ricondotte a una dimensione gruppale e si differenziano per scopi e tecniche rispetto ai protocolli clinici come l'MBSR, che invece riduce consapevolmente la meditazione al raggiungimento di scopi individuali quali la riduzione dello stress o dell'ansia.
L'MBSR, inventato e diffuso da Jon Kabat-Zinn, è un protocollo di lavoro in gruppo finalizzato alla riduzione dello stress.
È basato fondamentalmente sull'obiettivo, attraverso alcune tecniche derivate anche dalla mindfulness e dallo yoga, di riorganizzare il modo in cui la persona percepisce se stessa e le proprie problematiche, condividendo con gli altri partecipanti le dinamiche che le sottendono e i risultati conseguiti, in modo da poter portare anche nella quotidianità le scoperte fatte e aumentare così sensibilmente la qualità della vita. Si sono scoperte infatti a molti livelli scientifici i benefici che la mindfulness porta nell'individuo, nella percezione che ha di se stesso e della propria vita e delle relazioni significative che ne contraddistinguono l'esistenza.
A partire infatti dagli studi fatti a livello psicofisiologico, cognitivo e neuronale, la mindfulness è entrata a pieno titolo tra le pratiche cliniche più efficaci ed evidence based per la riduzione dello stress e dell'ansia.
Se la consapevolezza quindi rimane lo scopo principale della mindfulness e della meditazione, l'integrazione con la psicoterapia di stampo occidentale, soprattutto quella gestaltica, allarga e integra il campo al cambiamento personale e allo sviluppo della responsabilità individuale.
Se la meditazione è un come un cuneo che interviene tra la realtà così come è e la sua percezione (vedana), allargando lo spazio della consapevolezza al libero aribitrio nel qui e ora, svincolato dai condizionamenti e dagli attaccamenti a passato e futuro, la psicoterapia è il contenitore dello sviluppo di quel libero arbitrio che favorisce la responsabilità di un nuovo agire nelle relazioni ineterpersonali e il soddisfacimento di nuovi bisogni e desideri più in contatto con la realtà che con le aspettative illusorie. Quando sono stato in Thailandia per la prima volta ero alla ricerca di pace. Una pace interiore che avevo perso a causa delle infinite tribolazioni della vita che conducevo e da cui non riuscivo a estrapolare un senso pur essendo già da tempo uno psicoterapeuta.
Un po' per caso e un po' per sfida, mi sono ritrovato a intraprendere un viaggio cha ha cambiato la mia vita e che mi ha dato modo di toccare, forse per la prima volta, quella che i buddhisti chiamano la presenza mentale. Immerso nella giungla, e circondato da un centinaio di monaci Theravada, ho appreso i rudimenti di quella pratica che in Thailandia ha un forte connotato spirituale e religioso, la meditazione Vipassana, e che, come abbiamo visto, nel mondo occidentale è nota come Mindfulness.
Questo stato può essere coltivato e stabilizzato attraverso particolari pratiche ed esperienze. Un modo di essere che ci offre quel luogo di sicurezza e pace (una base sicura) innata nella nostra naturale costituzione.
La vita di ciascuno di noi, soprattutto nella società della performance e della produttività, è fatta inevitabilmente di condizionamenti e conflitti dati dalle relazioni interpersonali e dai bisogni e desideri in contrasto tra di loro.
Il nostro continuo spostamento dell'attenzione dal presente ad un passato fatto di rimorsi e rimpianti e ad un futuro di aspettative e paure, ci porta sempre a quella che il Buddha chiamava sofferenza o insoddisfazione pervasiva, perchè il buio è sempre dietro l'angolo e i piaceri sono spesso impalpabili ed evanescenti.
Sintomi come ansia, stress, depressione o attacchi di panico sono solo il riflesso di questo condizionamento e attaccamento ai nostri pensieri sulla vita, non delle opportunità ed esperienze vere e proprie di contatto con la bellezza infinita dell'esistenza.
Come psicologo, psicoterapeuta e istruttore di mindfulness a Roma aiuto quindi le persone a ri-trovare se stesse, imparare a osservarsi senza giudizio ma con gentilezza e accoglienza (qualità proprie di pratiche basate sulla mindfulness), abbandonare schemi ripetitivi di comportamento che hanno solo comportato disagio, stess e ansia, per abbracciarne di nuovi fondati sul contatto profondo e autentico con i desideri e i bisogni esistenziali del qui e ora.
Studio Koinè - Via Tigrè 77 - 00199 Roma, Italy
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